
Ho sempre pensato di avere radici in posti diversi, avendo vissuto per anni tra Roma e New York. Negli ultimi dieci anni ho scelto di vivere in Umbria per abbracciare la vita campestre, assieme a mio marito Breon O’Farrell (newyorkese doc) e i nostri due figli. Il progetto in cui ci siamo immersi è stato quello di trasformare l’azienda agricola acquistata da mio nonno negli anni settanta in un agriturismo dog friendly: il miglior posto in Italia dove portare in vacanza i propri cani. Questo ci ha consentito di confrontarci con un territorio, di veder crescere i nostri figli in un contesto ideale per l’infanzia e di ricevere tanti ospiti sia italiani che stranieri, che hanno arricchito la nostra vita. Da una laurea in fisica delle particelle e un master in comunicazione della scienza, ho dovuto imparare a gestire una piccola azienda agricola, a occuparmi di agricoltura biologica, a trasformare i prodotti della terra in conserve, marmellate e ricette da servire per le colazioni o le cene degustazione. Mi sono adeguata ai ritmi della campagna, spesso inesorabili (come quando la frutta cade dagli alberi ogni giorno e devi raccoglierla e lavorarla prima che vada sprecata), ma anche lentissimi (come in inverno quando la natura è addormentata e ci si “deve” riposare o concentrare su attività più riflessive e conservative).

Il mio mezzo di espressione privilegiato è la scrittura, da quella autobiografica, alla divulgazione scientifica, alla narrativa. E l’inverno mi consente di coltivare il campo delle letture e nutrire la mia scrittura. Oltre a pubblicare in passato articoli divulgativi da free lance, ho scritto il libro “I dinosauri dopo cena. L’evoluzione della vita dalle prime cellule a Darwin” (Cuen Editore), scrivo racconti, come quello premiato nella raccolta “Racconti nella rete 2018” e intitolato “Quanto basta per essere felici”, mi curo del mio blog “Wordfetcher”, grazie a una ossessione per alcune parole che afferro e che mi spingono a creare connessioni attraverso la scrittura tra il mio mondo interno, i libri che leggo e la vita quotidiana.

Sono cresciuta in una famiglia in cui si è sempre valorizzata la capacità di creare e di essere autosufficienti. Ho imparato a cucinare da bambina, a cardare la lana, a usare i ferri o l’uncinetto, a cucire, a usare le mani e la creatività per risolvere ogni problema pratico con le proprie forze. Questo tipo di educazione mi ha aiutato ad affrontare la vita di campagna con i valori che spero i miei figli abbiano assorbito e che cerchiamo di comunicare agli ospiti che soggiornano nel nostro agriturismo. Non essendo umbra ho imparato negli anni le ricette del posto e le ho unite a un repertorio misto di ricette apprese in famiglia, importate da New York o raccolte dai numerosi ospiti che hanno voluto condividere con me le loro esperienze culinarie.
